Democrazia cristiana

Documents from [1943] to [1954]

Identity Statement

HAEU Reference Code
ADG-13
Reference Archivists

Becherucci, Andrea; Bonini, Gherardo; Meyer, Ruth Ingeborg

Context

Administrative and Biographical History

La Democrazia cristiana nasce come partito clandestino tra l’estate e l’autunno del 1942. E’ il risultato di più iniziative convergenti. A Roma, attorno a De Gasperi si sono tenute a partire dall’anno precedente una serie di riunioni di esponenti ex-popolari tra i quali Cingolani, Gonella, Grandi, Gronchi, Scelba, Spataro per discutere di politica interna ed estera e per elaborare proposte sulla futura azione politica dei cattolici. Simili riunioni si sono tenute a Milano intorno alla figura di Piero Malvestiti e dei suoi amici neoguelfi, costituitisi clandestinamente nel 1938. Un primo incontro tra i due gruppi si svolge a Borgo Valsugana nell’estate del 1942. Una seconda riunione si tiene a Milano, in autunno, presieduta da De Gasperi. Nel corso di queste riunioni viene deciso di chiamare la nuova formazione “Democrazia cristiana” e vengono approvate le linee programmatiche e d’azione del nuovo partito. Fin dall’inizio De Gasperi cerca il sostegno e la collaborazione tra i militanti della nuova generazione cattolica che si é formata sotto il fascismo nelle file dell’Azione cattolica e dell’Università cattolica di Milano. Ha frequenti contatti con i dirigenti degli universitari cattolici, la FUCI, (Giulio Andreotti) e con il gruppo di Giorgio La Pira a Firenze che all’epoca sono alla ricerca, sopratutto in campo economico, di soluzioni nuove e più vicine alla dottrina sociale della Chiesa. Gli orientamenti di questi gruppi spesso sono divergenti. Tra gli ex-popolari prevale la tendenza a riprendere l’esperienza sturziana che il fascismo aveva interrotto, con il suo carattere, la sua linea politica ed il suo nome. Gronchi porta in eredità dalla sua esperienza di sindacalista la volontà di mantenere stretti rapporti con i lavoratori. I neoguelfi al contrario sono portatori di un’esperienza diversa. Alcuni di loro non sono mai stati iscritti al partito popolare. La loro formazione si é svolta principalmente nell’Azione cattolica, il loro antifascismo ha assunto forme più viscerali e combattive arrivando a considerare l’ipotesi dell’azione clandestina e dell’iniziativa insurrezionale. Sono inclini a definire l’impegno dei cattolici sul terreno politico in termini etici e religiosi più che storici e politici. Allo stesso tempo le proposte del gruppo neoguelfo, dagli accenti più marcatamente populisti, possono sembrare meno qualificate e politicamente mature. Ciò che nacque nel 1942 può essere considerato come un partito competamente nuovo, diverso dal Partito popolare, benché il primo rappresenti indubitabilmente un elemento di continuità con quest’ultimo. De Gasperi, ultimo segretario del Partito popolare assume nel nuovo partito una posizione di leader incontestato, ma accettando la nuova denominazione sottolinea la sua presa di distanza dall’esperienza popolare e la volontà di integrare i giovani cattolici nella nuova formazione.
Da questi incontri e dai dibattiti che sono stati ricordati nascono i documenti programmatici della Democrazia cristiana: le “Idee ricostruttive della Democrazia cristiana”, opera dello stesso De Gasperi (luglio 1943), il “Programma di Milano”, maggiormente ispirato agli ideali neoguelfi, la “Parola dei democratici cristiani”, scritto ancora da De Gasperi (pubblicato con lo pseudonimo di Demofilo nel Popolo del 12 novembre 1943). Tra le idee-forza che vi sono citate si possono ricordare: il pluralismo ed il decentramento amministrativo, la rappresentanza degli interessi delle categorie sociali e delle professioni e l’interclassismo che rappresenterà una costante dei programmi democristiani dalla fine del diciannovesimo secolo. Un particolare rilievo é Archivi Storici dell'Unione europea 40
Archivio carte De Gasperi - Inventario provvisorio
dato ai problemi sociali e del lavoro e alla socializzazione di taluni servizi pubblici e di imprese del settore metallurgico e siderurgico, minerario, dei trasporti e chimico, fino a prevedere la partecipazione dei lavoratori. Traspaiono dai testi degasperiani anche il richiamo al magistero della Chiesa ed il ritorno ai principi tradizionali del cattolicesimo sociale.
Un altro aspetto che si può notare nel comportamento di De Gasperi in questo momento é la preoccupazione di tener conto e di fare proprie fino ad un certo punto le richieste provenienti dal Vaticano, in particolare quelle di Pio XII (col quale é in contatto attraverso Mons. Montini) sulle nuove forme che dovrà assumere la presenza dei cattolici nella vita politica italiana postfascista. La linea degasperiana é a tale proposito ostile alla “pacificazione” prevalente negli ambienti vaticani dove questa viene vista come il mezzo per porre le basi di un grande fronte cattolico conservatore e favorevole al contrario alla caratterizzazione in senso antifascista di una forte presenza cattolica nella vita pubblica sensibile alla collaborazione con le altre forze democratiche.
L’immagine spesso accreditata di un mondo cattolico compatto e onnipotente, sostegno di una democrazia cristiana la cui unica ambizione sarebbe stata quella di occupare il potere dopo aver vinto le elezioni nel 1948, deve essere sottoposta ad una revisione critica molto accurata. Anzitutto le speranze e le attese del mondo cattolico sono molto varie. In certi ambienti, legati alla Curia romana e all’Azione cattolica, si spera nell’avvento di una nuova società cristiana, in una presa di posizione molto ferma verso il comunismo e in ultima analisi nella costituzione di uno stato cattolico. Ben diverse sono le aspettative legate alle correnti della sinistra cattolica, riunita attorno alle figure di Amintore Fanfani, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira e Giuseppe Lazzati. Per costoro, (intervento di Dossetti al congresso di Venezia, 1949) la libertà non può essere disgiunta dalla giustizia sociale e la vittoria del 18 aprile può aprire le porte all’applicazione del programma del partito. Di conseguenza si deve abbandonare la linea economica liberista di Einaudi per applicare una politica di interventi statali mirati a favorire la piena occupazione ed il progresso delle classi lavoratrici. Bloccato fra la destra vaticana e la sinistra dossettiana e gronchiana, De Gasperi approda ad una posizione centrista, fondata sul concetto di democrazia laica, mantenendo l’alleanza con gli altri partiti di centro per impedire che la DC possa essere vista come il partito della Chiesa. Nel 1952, l’affare Sturzo che si fece promotore, sotto gli auspici del “partito romano” dell’inserimento dei partiti di destra, compresi i neofascisti del MSI, nella lista che si opponeva al blocco socialcomunista per le elezioni municipali di Roma diventa emblematico della difficile coabitazione tra De Gasperi e certi rappresentanti della destra cattolica come Luigi Gedda, presidente dell’Azione cattolica, appoggiato dalla Curia romana.

Content and Structure

Abstract

Questa importante serie é costituita da studi e proposte di rappresentanti di diverse correnti cattoliche risalenti ai tempi della clandestinità, dal testamento politico autografo di De Gasperi nel quale si trovano enunciati in anticipo i principi che formeranno la base delle "Idee ricostruttive", da studi programmatici ed organizzativi sulla nuova formazione politica, da articoli di Don Sturzo, note e studi di De Gasperi, Gronchi e Fanfani sulle organizzazioni sindacali cattoliche. Una importanta sottoserie é dedicata ai dibattiti e alle risoluzioni dei consigli nazionali e dei congressi della Democrazia cristiana, un’altra ancora alle campagne elettorali.

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